Treviso dedicherà un museo al dolce più discusso d’Italia, il tiramisù, e lo farà in modalità partecipata: da qualche giorno presso la Casa dei Carraresi è attivo lo Sportello del Tiramisù e chiunque voglia condividere una ricetta, un ricordo, una foto
Treviso dedicherà un museo al dolce più discusso d'Italia, il tiramisù, e lo farà in modalità partecipata: da qualche giorno presso la Casa dei Carraresi è attivo lo Sportello del Tiramisù e chiunque voglia condividere una ricetta, un ricordo, una foto, un aneddoto legato al dolce simbolo della pasticceria italiana potrà consegnare il suo materiale al ristorante Le Beccherie.
I ricordi finiscono nelle mani di Carlo Campeol, figlo di Alba Campeol, che codificò il tiramisù e lo inserì in menu nel 1962 nel suo ristorante. Questa versione particolare di uno "sportello ascolto" (ma esiste anche la possibilità di inviare i materiali all'indirizzo e-mail segreteria@tiramisubeccherie.it) è stata pensata per evitare il disperdersi della memoria orale che è parte integrante di un prodotto culinario come questo, carico di legami con il vissuto di un territorio. Ma servirà anche, concretamente, a raccogliere il corpus di cimeli che andranno a comporre la collezione del Museo del Tiramisù. «Il successo del Tiramisù nel mondo lo dobbiamo a tutti i cittadini di Treviso e ai trevigiani nel mondo, che hanno saputo custodire gelosamente la ricetta di questo dolce e farlo conoscere nei cinque continenti con un pizzico di creatività», affermano in una nota diffusa alla stampa Carlo Campeol e Paolo Lai, l'imprenditore che oggi guida Le Beccherie e ha ideato la mostra Prosecco & Superiore ai Carraresi e di Carraresi Wine. «Con questo progetto si vogliono superare le polemiche sorte nei mesi scorsi tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Il nostro obiettivo è quello di offrire ai turisti di tutto il mondo una delle più belle storie di prodotto italiano». Lo sportello è al piano terra di Casa dei Carraresi che, dall’11 novembre all’1 maggio, ospita la mostra Prosecco & Superiore ai Carraresi. I materiali raccolti saranno poi vagliati da un comitato scientifico prima di entrare definitivamente nel progetto del museo partecipato.
Ernesto Brambilla