Con un comunicato diffuso a poche ore dall’ufficializzazione delle nuove restrizioni per ristoranti, bar, pasticcerie e gelaterie, Iginio Massari, il Maestro dei maestri della pasticceria italiana interviene sul tema. Sottolineando che, anche in presen

Con un comunicato diffuso a poche ore dall'ufficializzazione delle nuove restrizioni per ristoranti, bar, pasticcerie e gelaterie, Iginio Massari, il Maestro dei maestri della pasticceria italiana interviene sul tema. Sottolineando che, anche in presenza di un colpo durissimo, il settore della pasticceria potrebbe essere meno penalizzato dall'imposizione della chiusura alle 18. Tuttavia, il danno all'intero settore resta immane, e la speranza è di non perdere il periodo delle vendite pre-natalizie.

«Volano per l'economia del Paese»

«Con questo ultimo provvedimento la pasticceria pare meno colpita, ma non dobbiamo scordare che abbiamo completamente perduto il tempo della Pasqua che, insieme al Natale, incidono per una percentuale molto elevata del fatturato annuale». Il problema, però, rimane per i colleghi della ristorazione che è un settore già particolarmente attenzionato all’igiene rispetto ad altri settori commerciali meno penalizzati. Non possiamo scordare, poi, che la ristorazione fa da volano a una filiera essenziale per la nostra economia e per l’intero sistema Paese», conclude il Maestro.

A mobilitarsi per far sentire la propria voce è tutta la famiglia: «Sono comunque critica. Dal mio punto di vista», aggiunge la figlia del Maestro Debora Massari e maestro Ampi, «il rispetto così attento e scrupoloso delle regole fondamentali di distanziamento, di igiene ed il mancato assembramento avrebbero, a parer mio, giustificato il mantenimento pieno degli orari di apertura e di accesso dei clienti. La ristorazione è stata, io credo, l’ambito commerciale e imprenditoriale maggiormente penalizzato e, a differenza di altri settori, non incide e non impatta sul trasporto pubblico ma esclusivamente su quello privato». Dice Nicola Massari, altro figlio del Maestro e anch'egli impegnato nell'impresa di famiglia: «Attendo con fiducia, ma con timore, gli interventi economici di sostegno che sono stati oggi annunciati. Confido che non siano risibili quanto i precedenti. Da ultimo spero che i provvedimenti odierni consentano di vivere, con slancio e libertà, il tempo del prossimo Natale: ne ha necessità il tessuto imprenditoriale, i collaboratori, le famiglie e la società tutta».

Fipe: «Ristorazione e contagio, dov'è la connessione?»

Intanto si moltiplicano le voci contrarie a questi provvedimenti, per molti "ciechi" e non supportati da evidenze. La presidenza Fipe-Confcommercio ha espresso perplessità e contrarietà alla chiusura dei pubblici esercizi alle ore 18:00. «Per la ristorazione è impedita l’attività del servizio principale della giornata, mentre per i bar si tratta di un’ulteriore forte contrazione dell’operatività», si legge in una nota. «La contrarietà si aggiunge alla consapevolezza che non esiste connessione tra la frequentazione dei Pubblici Esercizi e la diffusione dei contagi, come dimostrato da fonti scientifiche, che attribuiscono piuttosto ad altri fattori -mobilità, sistema scolastico e mondo del lavoro - le principali fonti di contagio».

«In piazza il 28 ottobre»

La Federazione, il 28 ottobre, sarà presente in 21 piazze d’Italia, «per ribadire i veri valori del settore - economici, sociali, culturali ed antropologici - messi in seria discussione dagli effetti della pandemia da Covid-19, che sta mettendo a repentaglio la tenuta economica del settore, l’occupazione (a rischio oltre 350mila posti di lavoro) e il futuro di oltre 50.000 imprese».

 

Ernesto Brambilla

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